Mattinata a sorpresa, per noi “blogghiste”: Venerdì 4 Maggio siamo venute a scuola pensando di vivere una normale giornata scolastica, invece siamo state invitate ad assistere all’incontro (previsto solo per le terze) con un grande personaggio del teatro e della musica: Moni Ovadia.
Per l’occasione, abbiamo avuto l’opportunità di intervistarlo:
Ci parli della sua musica:
La musica è stata la prima cosa che mi ha ispirato ad occuparmi di teatro e canto. Lo stile musicale che ho scelto di interpretare è quello ebraico del “Klezemer”, che ha origini centro-est europee ed è nato per raccontare la diaspora, poichè la musica è una lingua universale, che se scritta o suonata con l’anima è compresa da tutti. Quando infatti si ascolta della musica scritta col cuore, all’interno di essa ci si riconosce tutti.
Quando ha cominciato a interessarsi alla musica e al teatro?
A 12 anni ho cominciato a studiare chitarra, ma ho sempre cantato, fin da piccolo.
Cosa ha provato nell’ascoltare le storie che poi interpreta e racconta ad altri?
Chi ti racconta, ti insegna a raccontare, poi ognuno di noi ci mette del suo e ne migliora l’interpretazione. Sentirsi raccontare una storia é molto meglio che guardare la TV, perchè lascia alla mente lo spazio di volare con l’immaginazione. Bisognerebbe quindi tornare a raccontare storie, per questo amo il teatro, perchè chi vi partecipa, oltre a raccontare, ascolta a sua volta.
Perchè ha cominciato la sua carriera?
Perchè è il modo più ricco di raccontare storie, ed è il modo di far provare emozioni a chi guarda e ascolta, ma anche a chi vi partecipa, dato che entrando nel proprio personaggio entra a contatto con gli altri nei panni di un’altra persona e pensando come tale. Musica e teatro insieme sono il massimo! Tutti dovrebbero fare teatro, anche se non per professione, perchè fa crescere.
Ha mai partecipato a programmi radiofonici?
Sì, ne ho anche diretto uno, “Notte Spettinata”, dove facevo scoprire agli ascoltatori il piacere di entrare a contatto con la musica facendogli ascoltare alcuni brani che io stesso sceglievo.
(A cura di Ricotti Andrea Giulia e Lanting Lavinia)