Il Giardino dei Giusti: intervista a Giovanni Impastato

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Il giorno 8 marzo, festa della donna, le classi 2 D  e 3 D sono andate al Giardino dei Giusti dove  6 donne di diversa cultura e nazionalità sono state nominate delle Giuste per il loro impegno civile verso una società migliore.

La 2 D ha avuto la fortuna di poter intervistare Giovanni Impastato, il fratello di Giuseppe, detto Peppino, un ragazzo siciliano ucciso dalla mafia  per aver cercato di combatterla, la cui madre é appunto una delle 6 donne giuste celebrate quel giorno.

Cosa ne pensa del progetto del Giardino dei Giusti?

Per me è stata una grande emozione il fatto che abbiano inserito mia madre nel Giardino dei giusti, perchè lei ha lottato tantissimo per arrivare alla verità sulla morte di mio fratello (e suo figlio)  Peppino. E’ una donna che ha sofferto tantissimo per il bene di tutti. Io sono davvero felicissimo di essere qui, e devo dire che l’emozione che provo mi ha davvero colto di sorpresa. E’ un’emozione fortissima che non riesco ancora a superare. Inoltre mi ha sorpreso il fatto di trovare qui oggi  tantissimi giovani della città di Milano e trovo che questo sia un segnale fantastico del fatto che il messaggio di Peppino e quello di Felicia siano stati recepiti in maniera positiva.  Peppino era un giovane che ha avuto una grande voglia di giustizia, lui, figlio di un mafioso, ha avuto il coraggio di rimpere con la mafia.

Che effetto fa essere qui per ricordare Felicia la cui storia è molto meno nota di quella del figlio Peppino?

Il fatto che Felicia sia meno nota non ha alcuna importanza, perchè se noi oggi parliamo ancora di Peppino lo dobbiamo certamente a lei. che nn ha ceduto alla vendetta personale quando le era stata proposta dalla stessa famiglia mafiosa. Questo è stato un passo determinante per farla diventare una giusta.

Che cosa accomuna Felicia  alle altre giuste, il fatto che vengono tutte da situazioni difficili?

Sono tutte  storie diverse ma hanno un obiettivo comune che è quello del rispetto della dignità umana e dei diritti.  Felicia lottava per il diritto del riconoscimento del figlio come vittima della mafia. Tutte loro hanno lottato per migliorare un mondo pieno di violenza dove si spende 20 volte di più per armarsi che per sfamarsi, un mondo pieno di guerre dove interi popoli vengono discriminati. Io penso che sia civiltà e legalità lottare per i propri diritti.

E’ stata per noi una grande emozione poter parlare con Giovanni Impastato.

(Cecilia e Serena)

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