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Il 31 gennaio tutte le terze si sono radunate nell’aula di musica per vedere questo documentario, che raccontava della visita di un gruppo di studenti romani al campo di concentramento di Auschwitz. Le guide erano alcuni sopravvissuti allo sterminio, che ricordavano episodi vissuti in quel periodo e rispondevano alle domande dei ragazzi.
Alcune delle cose che ho ascoltato mi hanno particolarmente colpita, per esempio il fatto che, all’interno dei campi, gli uomini non si sentissero più persone, ma pezzi (addirittura una donna, quando è uscita, non ricordava più il suo nome e gliene è stato dato un altro) o che si uccidessero e si sottoponessero a esperimenti anche bambini piccolissimi.
Film come questo sono utili per non dimenticare le cose orribili che l’uomo può fare quando si ritiene superiore agli altri, dimenticando che tutti gli uomini hanno la stessa dignità, e arriva fino al punto di privarli della vita. Quando li vedo, però, mi riempiono di tristezza e di disagio proprio perché penso che tutto ciò è accaduto davvero.
(Fabiola Bertolaja, III B)