Potreste pensare di essere al sicuro dietro lo schermo del vostro computer… ed invece…
Il 10 gennaio nella nostra scuola è venuto l’Agente della Polizia Locale Paolo De Feo a parlare alle classi seconde e ad alcune terze (A, B, C) dei reati informatici.
Sicuramente tutti sappiamo cos’è un pedofilo, un maniaco o un bullo, ma potremmo non sapere quanto sia più grave il fatto che queste infide figure possano attaccarci tramite ciò che ci collega a tutto il resto del mondo: Internet.
Alcuni pedofili usano Internet per avere contatti con noi ragazzi; gli Hacker utilizzano la rete per infettare computer altrui, altre losche figure sul web cercano di ricavare dati altrui tramite i “trojan” (dal cavallo di Troia) nascosti all’interno di programmi, per farne poi svariati usi.
Ma la rete nasconde anche trappole di altro genere in cui spesso possiamo ritrovarci coinvolti.
Il cyberbullismo, ad esempio, avviene quando si usano i social network e le chat per dare maggiore eco all’umiliazione di cui ci si è resi colpevoli nei confronti di una persona più debole. A volte ci possiamo rendere complici di questo reato anche solo guardando un video o delle foto e magari lasciando dei commenti di apprezzamento.
Ma anche alle parole che ci diciamo dovremmo stare attenti. Noi ragazzi spesso in rete agiamo con leggerezza, senza pensare che alcune frasi volgari che ci scambiamo, o alcuni insulti che ci diciamo in chat o nei post possono essere passibili di denuncia in quanto offese pubbliche. Se poi qualcuno d’abitudine si diverte a offendere una persona sulla sua bacheca o comunque utilizzando un socialnetwork il suo diventa un reato di stalking e il problema si fa molto più serio.
Altro reato diffuso in rete è il cosiddetto sexting, che consiste nel diffondere in rete foto o video provocanti. I ragazzi possono farlo senza riflettere bene sulle conseguenze, ma dimenticano che qualsiasi cosa pubblicata in rete “è per sempre”: anche se dopo dovessimo cercare di cancellarla è impossibile ritrovarne ogni traccia. E così una foto o un video del genere potrebbero suscitare l’interesse di pedofili o maniaci, o comunque rischierebbe di causare grave imbarazzo, facendo apparire agli occhi degli altri come persone con cui è facile approcciarsi. Infine questo potrebbe compromettere il proprio futuro, perché i datori di lavoro generalmente cercano in rete informazioni sulle persone che valutano e difficilmente gradirebbero trovarne di questo tipo.
Va inoltre tenuto presente che agendo senza pensare è facile cacciarsi in problemi più grandi di noi, dato che quelli di cui abbiamo parlato sono veri e propri reati che finiscono sulla fedina penale di chi li commette.
Infine. come accennato nelle prime righe) l’Agente De Feo ci ha messo in guardia dai rischi che possono correre i nostri PC attraverso l’istallazione contro la nostra volontà di virus o trojan. I primi sono programmi che manomettono il buon funzionamento del computer, i secondi sono vere e proprie spie, inserite nei nostri hardware che consentono a chi li ha fatti di accedere a tutte le informazioni che ci sono sul nostro pc (anche eventualmente password varie) o possono addirittura attivare alcune applicazioni come la webcam o il tasto di accensione.
Insomma la Rete è bella ed è una gran risorsa, ma conoscerne i pericoli deve aiutare ad usarla con la testa.
(Camilla Radaelli e Ulrike Lanting)