Intervista ai Volontari dell’ARCIGAY

Nel mese di ottobre, le classi terze sono state impegnate negli incontri con l’associazione ARCIGAY di Milano. La redazione del Blog ha quindi colto l’occasione per intervistare 3 dei volontari che hanno incontrato i ragazzi a scuola. I tre volontari si chiamavano Paolo, Andrea e Fabio e hanno raccontato meglio il loro progetto, anche facendo chiarezza su alcuni equivoci, spesso poco compresi anche dalla stampa, per esempio la differenza tra “coming out” (la rivelazione personale agli altri della propria tendenza sessuale) e “outing” (rivelazione pubblica da parte di un altro).

Perchè fate un corso di educazione sessuale nelle terze medie?

Non è un corso di educazione sessuale, quello lo fanno i vostri insegnanti, semplicemente noi parliamo di temi che riguardano le persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali), di orientamento sessuale e di bullismo omofobico, il tutto partendo dall’analisi di semplici dinamiche di gruppo.

Qual è l’obiettivo di questi incontri?

Gli obiettivi di questi incontri sono di riflettere insieme, affrontare tematiche legate alla varietà sessuale delle persone, costruire un vocabolario che non offenda questo tipo di persone e dare la possibilità di capire che l’omessualità non è sempre legata, per esempio, al mondo dello spettacolo, dove è spesso esibita in modo esagerato, ma è spesso vissuta in una dimensione di normalità e quotidianità. E’ importante capirlo per non sentirsi isolati se ci si dovesse accorgere di essere in questa minoranza.

Attenzione viene posta anche alle problematiche legate al bullismo omofobico, focalizzando le situazioni che spesso possono portare alla prepotenza e a come affrontarle.

Da quanto tempo vi occupate di questi percorsi con le scuole?

L’associazione Arcigay Milano organizza questi percorsi da più di vent’anni nelle terze medie (sono però al momento solo 5 o 6 scuole) e soprattutto alle superiori. Prima di presentarsi nelle scuole i volontari fanno un percorso di formazione di un anno.

E’ mai capitato di avere dei problemi con professori, alunni o genitori degli alunni?

Sì, abbiamo avuto problemi con alcuni professori delle superiori perchè avevano vedute diverse, ma in generale riusciamo sempre a trovare punti d’incontro.

Vi è mai capitato di accorgervi di qualche alunno che potrebbe essere nella minoranza LGBT? Come avete agito in quei casi?

Il nostro incontro non ha come scopo quello di trovare questo tipo di persone, anche perché il percorso di conoscenza di se stessi deve necessariamente essere sempre personale e seguire i propri tempi.

Vi è mai capitato che i “Sentinelli”, cioé quella corrente che oggi difende a spada tratta la cosiddetta “famiglia naturale”, ostacolassero le vostre attività nelle scuole?

Purtroppo si, ci è capitato che queste persone ostacolassero i nostri incontri.

Quanto è importante che ora i gay si possono sposare?

E’ un primo passo avanti ben accettato.

Quali sono i diritti che ancora vorreste?

Non riteniamo giusto il distanziamento trà unione civile e matrimonio; né il fatto che alle unioni civili sia vietata l’adozione.

Fra noi ragazzi ci sono spesso insulti legati alla sessualita; perché le vostre lezioni piacciono e le seguono tutti?

Per l’importanza della riflessione. Spesso si usano determinate parole senza pensare che un termine possa far soffrire qualcuno. Inoltre è importante far capire che quando si vuole insultare un omosessuale chiamandolo gay, semplicemente l’insulto non sussiste.

Quanto è stato difficile dichiarare alla vostra famiglia, agli amici e alle classi l’omosessualità?

Il percorso è difficile e impegnativo.

IL primo compagno e il mio percorso di coming out li ho avuti a 37 anni. (Andrea)

Lo hanno capito loro senza spiegazioni.(Paolo)

Ho iniziato a capire le mie tendenza in quinta elementare ma ho avuto il mio percorso di coming out all’università.(Fabio)

Gli insontri sono stati apprezzati da tutti i ragazzi di terza. E’ proprio vero che conoscere vuol dire fare un passo avanti contro qualsiasi discriminazione.

(Antonio e Davide)

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