Lettera ad “A”.
Ho perso le parole, eppure ce le avevo qua un attimo fa.
I tratti del viso tirati da un’ amara nota di tristezza mista a malinconia e schifo. Questo è ciò che i miei occhi hanno visto. Caro A, ne ho viste di cose in questa commedia. Ho visto tanti leoni credersi pecore e tante pecore credersi leoni. Ma è capitatomi poche volte di vedere gli occhi annebbiati di chi sul volto ha un’ espressione di mezza innocenza mista a mezzo disgusto. Caro A, un colpo all’ anima.
Un che di tristezza e malinconia si impossessa della mia mente la quale inizia a riflettere nel momento in cui il mio sguardo si posa e si concentra su ciò che mi circonda. Una forte sensazione mi pervade.
Caro A, ti ricordi quell’ amara sensazione?
Penso di sì.
Forse è stata un pò di tristezza, forse qualcos’ altro a farmi riflettere.
Mi ritrovo circondata dalle quattro mura della sala di teatro del carcere minorile “Cesare Beccaria” assistendo a diverse scene di uno spettacolo.
Avevo perso le parole, anche se non servivano più.
Non ho visto uno spettacolo teatrale. Ho visto come la mia vita potrebbe cambiare senza che io me ne renda conto in un modo non indifferente.
Vedo un gruppo di ragazzi ognuno con un espressione sul viso di chi ha sofferto parecchio e di chi continua ancora adesso a soffrire, perchè la sofferernza non sa nascondersi davvero.
Le mie aspettative erano completamente diverse.
Non avrei mai detto che ognuno di loro ogni giorno affronta la realtà dietro ad una serie di sbarre che ne limitano la loro libertà.
Vedereli coinvolti in un atto teatrale è stato come aver decifrato un messaggio.
Ci hanno creduto, hanno messo insieme un cuore e hanno provato a sentire.
Per questo da un lato provo stima.
Immedesimandomi nel corpo di uno di loro, non so se ce l’ avrei fatta ad andare avanti, perchè questi ricordi vanno via ma restano comunque in testa.
Ecco, ciò che ho pensato all’ inizio è stato completamente diverso dal mio pensiero finale, dalla mia conclusione.
Era molto facile associare il carcere a un posto giusto per chi sbagliato meritava di essere laggiù.
Mentre adesso ho compreso a pieno il messaggio: errare è umano perchè noi tutti commettiamo errori, chi di più gravi e chi di meno.
Nonostante ciò non penso che il carcere sia un luogo sbagliato, perchè permette alle persone di poter maturare i propri pensieri per capire ciò che è giusto e ciò che non serve.
Mi sono veramente resa conto di come può essere la realtà dove gli occhi non arrivano, perchè spesso è proprio tutta la luce che non vediamo ad aprirceli.
Sono convinta che mi abbiano aiutato perchè penso che mi porterò dentro i loro insegnamenti per tutta la vita che ho ancora davanti.
(Linda 3 C)