Il virus con la corona

Racconto di Beatrice di 1 A

Negli anni 60’ degli scienziati scoprirono un nuovo virus il COVID
(CO=CORONA,VI=VIRUS, D= DISEASE).
Loro credevano che, dato che provocava una malattia animale che si
trasmetteva dai pipistrelli ad altri mammiferi o rettili, non avrebbe
potuto nuocere agli umani. Inizialmente pochi sapevano
dell’esistenza di questo virus ma successivamente si diffuse
come un uragano mietendo sempre più vittime tra la popolazione
civile.
Il proprio e vero contagio scoppiò anni dopo, nel 2019, quando a
Wuhan, in Cina, esplose un laboratorio dove si stava
sperimentando il coronavirus dei pipistrelli, che ormai aveva
infettato molti animali. Molti credevano che si trattasse di un
errore umano o di una malattia che sarebbe potuta passare in
breve tempo, alcuni credevano che fosse tutta una bufala, altri,
spaventati da queste notizie, comprarono tantissimi litri di
amuchina e grandi quantità di mascherine.
Buona parte della popolazione credeva che si trattasse di una
cosa programmata o che la Cina volesse lanciare una guerra
economica al fine di indebolire le borse degli altri paesi e far
aumentare il prezzo dei prodotti farmaceutici.
Quando il COVID infettò gli umani venne rinominato COVID 19, a
indicare l’anno in cui era esploso il virus.
Tutti i giornali parlavano solo di questo. Tra i principali sintomi
c’erano il blocco delle vie respiratorie e la tosse secca, in pratica
una comune polmonite che però si rivelò letale per molte persone.

Molti anni dopo, gli scienziati crearono un “decotto” per far sì che i
virus e i batteri potessero prendere le sembianze degli esseri umani e
parlare come loro. Il primo virus su cui fu sperimentata la pozione fu proprio il COVID 19 che, dopo la pandemia del 2020, se ne andò via così come era arrivato e, dopo una serie di esperimenti, il virus fu messo sotto
osservazione e ad esso vennero aggiunti altri batteri e virus. Gli
scienziati erano molto fieri di questo nuovo esperimento perché significava un passo avanti alla scoperta del mondo alieno che
secondo alcuni era formato da virus e batteri che avevano sembianze
simili agli umani.
Le loro forme erano strane: virus e batteri avevano un solo occhio, una strana fascia gialla intorno alla testa, i piedi che camminavano da soli senza
essere comandati, ma soprattutto erano piccoli, molto piccoli, tanto
che per tenerli tutti sarebbe stata sufficiente una scatolina porta
oggetti .
Tra i suoi simili, Covid 19 era riconosciuto come il sovrano dei virus e
dei batteri, perché il primo di questa nuova specie nata in vitro. Chi gli
si opponeva, veniva maltrattato e cacciato via.
Virusan, oltre ad essere il sovrano di questo nuovo esperimento, era
anche il primo batterio ad avere sembianze quasi umane. Osservando
il comportamento di batteri e virus, si capiva che la loro mente tornava
indietro di millenni, ai Sumeri: vivevano in tribù, avevano come capo
un vecchio saggio e si nutrivano di altri animali.
Le persone che venivano ad osservarli erano molte: dai grandi filosofi
alle scolaresche. Tutti sentivano emettere da questi esseri solo versi
come“dridridridirdir”o “armuearmuearmuearmue”, non così era per lo studente Alessandro Binreto. Lettore di tanti libri di scienza e fantascienza, costui aveva imparato tante cose ed era diventato sempre più curioso.
Dopo Asimov con “io Robot” e “Incontri ravvicinati del terzo tipo “ di
Spielberg, iniziò a pensare di poter socializzare con loro e magari
poter essere il primo umano ad imparare una lingua “semi-aliena”.
L’ultimo libro che aveva letto, “Come capire una lingua straniera”,
poteva essergli utile. Infatti in quel volume era compreso un piccolo
traduttore che gli si rivelò molto utile più tardi. Corse a casa a cercare
il suo traduttore portatile che non aveva mai usato prima e, una volta
tornato nel museo, con quell’apparecchio iniziò a capire tutto ciò che virus e batteri stavano dicendo. Ad Alessandro sembrava molto strano, come mai
quando aveva provato a parlare con il suo criceto non lo capiva e
invece riusciva a capire la lingua di questi strani esseri con un solo
occhio? Beh inizialmente credeva che fosse pura coincidenza, ma poi
si concentrò ad ascoltarli: “Miei cari amici, (Alessandro pensò che la
persona che stava parlando avrebbe dovuto essere qualcuno di
grande importanza), domani è il giorno della riscossa! Faremo
vedere all’umanità intera chi siamo! Mi raccomando, miei devoti

seguaci, vendicatevi! Infettate, infettate più gente che potete e
tornate a casa soddisfatti della vostra dolce ma cruda rivalsa; gli
uomini capiranno la nostra sofferenza nell’essere diventati quasi
umani visto che la nostra vita prima era fantastica e adesso è un
inferno”. “Sìììì!” risposero gli altri.
Alessandro rimase senza parole. Anche se non conosceva il
motivo di questa loro decisione, aveva il dovere di trovare una
soluzione e in meno di 12ore! Inizialmente pensò di parlarne con
qualche esperto ma aveva paura che poi si sarebbe preso il merito e
quindi pensò che l’unica persona adatta a parlarne era la madre,
professoressa di scienze all’università, che non credette alle sue
parole, le sembrava tutta una cosa assurda. Alessandro non avendo
nessuno su cui confidare, si rimboccò le maniche ed iniziò a lavorare
da solo a una medicina contro l’attacco da parte di tutti i virus.
Pensando accuratamente, capì che per abbattere tutti i virus
servivano tutte le cure per ognuno di loro. Un giorno, quando il
laboratorio della madre chiuse, si intrufolò e andò a prendere una
piccola parte di ogni medicina contro i virus che erano stati
sperimentati e, una volta uniti tutti i medicinali, ecco che era pronta la
cura da esperimento.
Avrebbe dovuto provarlo su qualcuno ma, con un po’ di
sfacciataggine e tanta fortuna, decise di saltare questo passaggio e
proprio mentre stava iniziando a buttare quel liquido azzurro nella
scatolina a cui non aveva dato nemmeno il nome, i batteri iniziarono
a parlare.
Anche se Alessandro aveva una vaga idea di ciò che stessero dicendo,
prese il suo traduttore portatile, ormai sempre a portata di mano, e
iniziò ad ascoltare : “Non ci fare del male ti prego! Noi, in fondo
volevamo solo vendicarci”. Alessandro, con tutto il desiderio che
aveva di salvare il mondo, si ritrovò fermo, incapace di fare qualsiasi
cosa.
In quei precisi instanti in cui Alessandro si mise a riflettere sul da
farsi, si accorse che il primo virus stava comparendo tra la folla di
batteri, racchiusi dentro a quella scatolina trasparente, con un’aria
poco imponente; lui era come tutti, non aveva vestiti né era ornato
di gioielli preziosi o riconoscimenti; un sempliciotto, avrebbe pensato chiunque, tranne che per il numero disegnato all’apice del suo strano
corpo da mutante…
Alessandro fu pregato da quello strano troglodita di non far del male a
lui e al suo ‘gregge’ di batteri e lui accettò a una sola condizione:
avrebbero lasciato in quel preciso istante la città per stabilirsi in una
capsula migratoria che non avrebbe potuto aprire se non chi ne
avesse le chiavi, vale a dire Alessandro stesso. E così finì la grande
scoperta dei batteri umani e anche l’inizio della fine dell’umanità.
Un paio di mesi dopo l’accaduto, a casa Binreto arrivò una cartolina
con una spiaggia e in sovraimpressione i batteri che si erano
ambientati in acqua! Anche se Alessandro si era dimenticato che le
capsule si aprono nell’acqua, il fatto non lo preoccupò, ormai sapeva
che il suo futuro da archeologo futuristico si sarebbe realizzato con
una nuova era geologica creata dai batteri che era riuscito a
comprendere quando ne avevano più bisogno.

(Beatrice)

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