Voto: ■ ■ ■ ■ ■
Enaiatollah viene portato dalla mamma in un paese straniero e lì abbandonato. Dall’Afghanistan comincia il viaggio che lo porterà attraverso tanti paesi (Pakistan, Iran, Turchia, Grecia e Italia), tante avventure e tanti incontri, fino a Torino dove verrà accolto da una nuova famiglia. E’ partecipe a cose terribili viste con gli occhi di un bambino.
Il protagonista di questo romanzo è ovviamente Enaiatollah Akbari, un bambino afghano che all’inizio del libro e delle sue avventure ha 10 anni (forse), è tranquillo, non si scoraggia mai e, nonostante ciò che gli succede, è sempre sereno.
Mi piace come è scritto il libro. Sembra che ogni cosa, anche la più tragica, scivoli via per lasciare posto ai nuovi avvenimenti ma anche alla vita quotidiana. Non ci sono mai riflessioni o commenti ma piuttosto descrizioni che si susseguono veloci e che danno spazio all’immaginazione. Niente in questo libro non mi è piaciuto.
Uno dei passi che ho apprezzato di più è quello da pagina 14 a pagina 16, il momento in cui Enaiatollah parte con la mamma inconsapevole del lungo viaggio che lo attende. Viaggerà a piedi per tre notti fino al confine con il Pakistan, cercando di evitare ogni possibile incontro.
(Carolina)