Impariamo la solidarietà

Sono molte le persone che decidono di dedicare una parte della loro vita agli altri, alcuni fanno volontariato presso associazioni nella loro città, altre dedicano parte del loro tempo ad aiutare persone vicino a loro che sono in difficoltà, altre ancora decidono di partire per mesi (o a volte anni) per partecipare a missioni in paesi lontani. Abbiamo intervistato una di queste, uno psicologo che qualche mese fa è stato in Messico con un’associazioneumanitaria: Vincenzo Meschini.  Gli abbiamo fatto delle domande per capire quali siano i problemi di quelle popolazioni e cosa lasci una simile esperienza.

Che impressione le ha fatto questa esperienza?

Questi viaggi vengono chiamati viaggi di solidarietà, io ho proposto di chiamarli viaggi esistenziali perché è un’esperienza che per me tocca corde molto profonde.

Quali erano i principali problemi che ha trovato nella missione?

Sono stato a Curaua, un paesino della Sierra Messicana molto povero dove c’è un clima molto violento. Il problema principale è proprio il tipo di cultura molto violenta.

Ci sono altre zone dove le piacerebbe portare il suo aiuto?

Io ho già fatto 3 missioni in Africa, una missione in Romania e 2 missioni in Messico;  quest’ anno sto programmando di andare in Perù all’interno della  foresta Amazzonica dove c’è un progetto per aiutare dei bambini disabili.

E’ andato con qualcuno o da solo?

Sono andato con altri volontari, a volte con titoli professionali e a volte no; per esempio, in Africa eravamo in 5-6.

Quali sono state le sue riflessioni dopo questa esperienza?

Ho riflettuto sulla diversità del mondo. Per esempio sul fatto che trovare una persona della mia età in alcuni stati del sud America o in Africa è molto difficile, perchè il tasso di mortalità è molto più alto che da noi. Mi ha colpito anche il senso di “conquista” che hanno quelle popolazioni e soprattutto quei bambini. Noi siamo abituati ad avere tutto e quindi anche a non desiderare le cose, le abbiamo prima ancora di volerle. Per loro non è così, tutto quello che hanno se lo conquistano duramente e dunque ogni cosa è una gioia che noi non conosciamo più.

Rifarebbe questa esperienza o simili?

Spero di farne altre certamente, fino a quando la salute me lo permetterà.

Ci racconta un episodio particolare?

Mi piace ricordare quando di quando mi ero perso nella foresta Sub Equatoriale e un ragazzo africano di circa 10 anni mi ha aiutato a ritornare sulla strada giusta.

Questa intervista ci ha fatto riflettere molto, anche noi dovremmo imparare a pensare meno a noi stessi e un po’ di più agli altri.

(Benjamin e Luca)

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